“Stuzzicadenti” è il nomignolo affibbiato a Bobo – magro e filiforme come uno stuzzicadenti, appunto – dai suoi compagni di scuola. È la prima di una serie di piccole angherie e crudeltà, che porteranno il ragazzino ad isolarsi sempre di più e a non riuscire più a vedere una via d’uscita ai suoi problemi. Deprivato affettivamente anche in famiglia, Bobo finisce per meditare il suicidio. Viene salvato da Sugar, un immigrato africano che ha trovato nel pugilato la via per riscattarsi dalla sua storia di povertà e di sofferenza. Sugar lo porta con sé in palestra e qui Bobo troverà il modo per riacquistare fiducia in se stesso e affrontare diversamente i suoi problemi in famiglia e a scuola. Stuzzicadenti è un tipico romanzo di formazione, perché descrive il percorso accidentato, doloroso, ma anche entusiasmante con cui un adolescente si appresta a occupare il proprio posto nella vita da adulto. È, soprattutto, un bel romanzo sul bullismo, fenomeno di cui descrive anche gli aspetti più aspri e sconosciuti. È anche un romanzo corale, perché la vicenda di Bobo si incrocia e si interseca con le vite dei suoi compagni di scuola e di palestra, fornendoci un quadro vivo e realistico del mondo giovanile di oggi.La storia è raccontata con brio e si presta alla discussione di temi tipici dell’adolescenza: rapporti difficili in famiglia, le prime cotte,l’amicizia, il valore formativo dello sport.
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