Nella scuola media prima della riforma si leggeva l’Iliade in prima, l’Odissea in seconda, l’Eneide in terza. L’Iliade costituiva allora il primo approccio dei ragazzi al mondo classico e invariabilmente le classi si spaccavano in due tra filogreci e filotroiani, tra ammiratori di Ettore e ammiratori di Achille. L’Iliade veicolava i valori del coraggio e dell’onore, ma anche i disvalori della violenza, della crudeltà, della guerra. Infatti, il “set” dell’Iliade è soprattutto il campo di battaglia, che vede azzuffarsi uomini e dèi, in una violenza spesso cieca e senza fine.
Sergio Calzone è stato capace di raccontare e rievocare la violenza della guerra, contestualizzando i valori e i comportamenti degli “eroi” e facendo affiorare la loro riluttanza ad affrontare il dolore e la morte, il loro timore per la triste sorte riservata ai congiunti in caso di sconfitta, il loro desiderio di pace.
Il messaggio per i ragazzi di oggi è chiaro: la guerra porta sempre distruzione e morte e, perciò, è meglio per gli individui e per i popoli puntare sulla solidarietà e sulla pace. L’Iliade stessa, d’altra parte, si chiude con una tregua in cui ciascuno onora e piange i propri morti.
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